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martedì 16 aprile 2019

Brucia Notre Dame


Ė andata a fuoco Notre Dame de Paris. Uno scempio per l’umanità intera, non solo per il cattolicesimo. Quando viene distrutta un’opera d’arte che è anche simbolo per il mondo, di bellezza, di grandezza, di come l’uomo possa essere immenso e creare capolavori, solo allora ci si rende conto di quanto stiamo perdendo in arte, ma soprattutto in umanità. Quando il fuoco distrugge è necessario chiedersi dove viviamo. In altri tempi molto cupi, qualcuno pensò di bruciare i libri, forse credendo che senza leggere il popolo sarebbe stato più assoggettabile e gregge, è un gioco che molto è piaciuto ai più crudeli dittatori, da Hitler a Pinochet.  
Ph:https://www.leggo.it/
In questi giorni, di fronte allo scempio di Parigi, ci sono state reazioni a livello globale, anche nei nostri TG RAI, dove qualche (sedicente) giornalista, solo perché al soldo di un ministro che ama la nutella e adora veder lasciati in mare dei profughi, fa un intero telegiornale tentando di convincere il popolo che lui considera gregge (quello che non legge neppure la pubblicità) che la colpa di tutto ciò è del jiadismo. Immediata arriva l’eco di uno dei capi di casa pound, altro schiera di ipoleggenti, assolutamente digiuni di nozioni di storia, per non dire della geografia, a dargli man forte dicendo che al posto della cattedrale che brucia qualcuno vuole una moschea. 
Altri si affannano a ricordare al mondo intero che va a fuoco solo una chiesa, però muoiono migliaia di persone per fame, guerre, stermini, genocidi. Quasi il dolore per la perdita del bello offuscasse quello della perdita di humanitas.
Eppure ogni pezzo di bellezza che perdiamo è un impoverimento, ogni libro bruciato è uno scempio, ogni volta che sappiamo di non poter più vedere, anche da non credenti, Notre Dame com’era, dobbiamo indignarci, esattamente come di fronte agli scempi dell’umanità, ai barconi lasciati in mare,  alle urla razziste sui bus e per le strade italiane. O riprendiamo la capacità dell’indignazione, della difesa dell’umanità e del bello in ogni sua forma, oppure saremo costretti ad una caduta nel profondo più tetro e buio, quello dell’assuefazione al peggio, a governanti sciatti, a guerrafondai, ai veri terroristi, i più criminali, quelli che bruciano libri.