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lunedì 8 ottobre 2018

Leggendo giornali: Ciriè, di Maio, Salvini ecc.


Storie di ordinaria vita di ogni giorno. Succede a Ciriè (To), deliziosa cittadina del canavese, ai piedi delle Alpi. Lui è ricoverato in ospedale, il suo postamat, tanto decantato da Poste Italiane, ed ora passato di mano ad azienda privata che lo gestisce, è scaduto. La figlia non può prelevare i soldi che servono all’anziano padre, si reca all’ufficio postale munita di delega, documenti che  attestano il ricovero del padre, documenti suoi e del genitore. Il solidissimo funzionario delle Poste le dice che non può far nulla, deve recarsi l’interessato personalmente. La richiesta di inviare in ospedale un funzionario cade nel vuoto perché non è possibile assolutamente. In sostanza l’anziano ricoverato si è dovuto fare accompagnare in ambulanza all’ufficio postale per mettere una (UNA) sola firma “sull’apposito modulo”. Ordinaria burocrazia o demenza istituzionale?

Un ministro del lavoro, leggo su La Stampa, pur dichiarandosi (pelosamente) dispiaciuto per le perdite di lavoro, gongola soddisfatto per la chiusura dei giornali che ritiene ostili. Quasi l’informazione dovesse fare come lui fa con Salvini, lo zerbino del più forte. La chiusura di giornali è comunque e sempre una sconfitta, i licenziamenti una sciagura. Che poi queste siano evocate dal ministro (sedicente) del lavoro, allora la farsa diventa dramma.

C’era una volta il santuario dei cetacei. Era fra il Mar Tirreno e il Mar Ligure. In verità ancora esiste, però un “incidente” mette a rischio la vita degli animali protetti e da proteggere. Dopo uno scontro fra due navi 600 meri cubi di olio combustibile stanno allargandosi per 10 Km. quadri di mare. L’apocalisse del buon senso.

“Non ti stupro perché non lo meriti” queste parole sono state pronunciate da Jair Bolsonaro, vincitore alle elezioni in Brasile (ora al ballottaggio non avendo raggiunto ma solo sfiorato il 50% dei suffragi). Il tipo ha alcune caratteristiche che ne denotano la democraticità: sostenitore delle armi, fervente religioso e a favore della famiglia tradizionale, anti-gay e sessista, il suo slogan è "Il Brasile sopra ogni cosa e Dio sopra tutti". Inoltre sostiene che dal ’68 all’85 non ci fu dittatura. Alla faccia dei morti ammazzati dai dittatori militari Humberto de Alencar Castelo Branco.
Chi ha esaltato la sua vittoria in Italia dicendo: “la sinistra sconfitta anche in Brasile il vento è cambiato”? Naturalmente Matteo Salvini a margine di un incontro con la fascista francese Marine Le Pen.