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venerdì 25 maggio 2018

2008, intervista a Cossiga, per non dimenticare.


Facendo pulizia nel computer si rileggono cose anche antiche. Questa intervista a Cossiga, per esempio, mi pare emblematica e da riproporre per non dimenticare.


Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei» - INTERVISTA
  • (23 ottobre 2008) - fonte: Giorno/Resto/Nazione - Andrea Cangini - inserita il 23 ottobre 2008 

  • ROMA - Presidente Cossiga, pensa che minacciando l`uso
    «Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».
    Quali fatti dovrebbero seguire?
    «Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
    Ossia?
    «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
    Gli universitari, invece?
    «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
    Dopo di che?
    «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
    Nel senso che...
    «Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
    Anche i docenti?
    «Soprattutto i docenti».
    Presidente, il suo è un paradosso, no?
    «Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
    E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere?
    «In Italia torna il fascismo», direbbero.
    «Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio». 
    Quale incendio?
    «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale». 
    E` dunque possibile che la storia si ripeta?
    «Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».
  • della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?



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