Ci sono emozioni che nascono dal semplice ascolto di una musica, dalla
lettura di parole che si insinuano dentro di te, ossessivamente.
Come ossessivo è il Bolero di Maurice Ravel.
La ballerina russa Ida Rubinstein commissionò al maestro una composizione
tratta dalla suite di Iberia composta da Isaac Albeniz, tuttavia per questa gli
eredi non diedero il consenso, così Ravel compose un pezzo al tempo del Bolero,
nacque così la composizione che
immediatamente ebbe un successo planetario. La prima esecuzione fu l’11 gennaio
1930 diretta dallo stesso autore.
Dice la cronaca che durante la prima esecuziione una signora del pubblico
iniziasse ad urlare dicendo che l’autore era un pazzo. Ravel tempo dopo affermò
“la signora ha ben compreso il pezzo”.
“Il brano è strutturato
dalla ripetizione di due temi principali A e B, di diciotto battute ciascuno,
proposti da strumenti diversi. I temi si sviluppano sull' ostinato del tamburo,
e sull'accompagnamento armonico, spesso
proposto in maniera accordale. La successione delle ripetizioni è disposta in
un graduale e continuo crescendo, dal pianissimo iniziale fino al maestoso
finale, per un totale di diciotto sequenze musicali (nove ripetizioni del tema
A e nove del tema B). Il brano, tranne che per una breve modulazione in mi
maggiore nell'ultima sequenza che apre alla cadenza finale, rimane sempre nella
tonalità di do maggiore, sebbene nel tema B siano presenti elementi tensivi
dominanti come il SIb ed il REb che lo differenziano dal tema A diatonico.
L'organico orchestrale previsto è un' orchestra con l'aggiunta di un oboe d'amore,
di tre sassofoni e di un gong . Con il procedere del brano, i temi vengono
suonati da combinazioni di strumenti, al fine di aggiungere timbri
all'orchestra.” (Fonte: wikipedia)
Nessun commento:
Posta un commento