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domenica 19 novembre 2017

19 novembre 1961 muore Gino Girolimoni, il mostro di Roma

Ph: radio24
Gino Girolimoni ( Roma, 1 ottobre 1889 – Roma 19 novembre 1961) fu un fotografo romano. Il suo nome divenne per lunghissimi anni sinonimo di pedofilo. “Quello è un Girolimoni” si sentiva dire, a volte ancora si sente, soprattutto dagli anziani che hanno memoria degli eventi, quanto meno della loro eco.
I fatti dicono di Roma,  dello stupro di sette bambine e l'assassinio di cinque di loro, nel 1924. E raccontano della fibrillazione della polizia che, incalzata dallo stesso Mussolini che convocò il capo della polizia per procedere urgentemente a risolvere il caso. Secondo il dittatore, l’Italia non doveva fare figuracce a livello internazionale ed occorreva “a qualunque costo” trovare un colpevole.
Le indagini furono affrettate e raffazzonate, a fronte di testimonianze che descrivevano un individuo alto, con i baffi, ben vestito, i poliziotti fermarono storpi, dementi, invalidi. Un vetturino, colpito da sospetti, si suicidò per l’onta subita. Finchè non venne arrestato Gino Girolimoni con boatos mediatici incredibili che, nonostante il processo lo prosciolse da ogni accusa per discordanze con le testimonianze, e nonostante molte prove, si saprà dopo, vennero fabbricate ad arte per compiacere il dittatore, per tutta la vita venne bollato come “il mostro di Roma” passando come tale nell’immaginario collettivo. Da annotare che anche il criminalista Samuele Ottolenghi, seguace del Lombroso, ravvisò nel volto pacato del Girolimoni i tratti del criminale.
Fu l’investigatore Giuseppe Dosi che, da sempre convinto dell’innocenza di Gino, proseguì le indagini fino a trovare una pista alternativa. Scoprì infatti che un pastore protestante , l’inglese Ralph Lyonel Brydges, già sospettato per violenza carnale, poteva essere il colpevole, prove furono trovate nella cabina della nave in cui alloggiava. L’accusa non procederà oltre perché i rapporti diplomatici con la Gran Bretagna avrebbero potuto risentirne.
Fatto sta che nessun colpevole verrà mai trovato.
Girolimoni, perso il lavoro e la possibilità di trovarne altri, vivrà una vita precaria, con piccoli lavoretti, fino al 19 novembre 1961, al suo funerale parteciparono pochissime persone, fra queste l’investigatore Dosi.




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