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sabato 2 settembre 2017

Liocorni, tramonti e politica varia

La fine estate si vede anche dalle albe e dai tramonti intensi, densi carichi. Il mio amico Gabriele dice che inizia la retorica tutta salentina: tramonto, barocco, evento. In realtà un tramonto non è retorica, anche se è pur vero che con l’avvento degli smartphone e il fatto che tutti si sentano fotografi d’emozioni (come l’imbianchino che dipingendo una palizzata si crede Raffaello) il rischio è grande.
Ph: wiki


Quei colori però sono vivi, veri. Falciano lo sguardo arrivano oltre e fanno volare via con i pensieri, soprattutto se hai in mano un bicchiere di vino rosato fresco (al tramonto, all’alba sarebbe suicidio). E vedi arrivare velieri, guerrieri, gabbiani. Arrivano anche liocorni, intanto quando si vola, si vola e basta, che c’entra se i liocorni, i velieri e i guerrieri non esistono? Badassimo a queste pinzillacchere dovremmo anche credere che il male assoluto sono gli immigrati, come dice qualcuno lassù, seduto su stipendi d’oro.
E dovremmo credere che è giusto ricacciarli nel lager libici. Sappiamo che così non è.
No, i liocorni nella fantasia esistono eccome, ne ho visti mille e altri mille. Se guardassi il pelo nell’uovo della realtà e del realismo mi dovrei riscredere su mille altre cose. Il mondo nelle mani di due bizzarri personaggi: Trump e Kim il Sung. Questi due signori giocano a fare la guerra, uno lancia missili qua e là, l’altro manda bombardieri su chi lancia missili, l’ONU condanna, Kim se ne scatafotte e ridacchia. Non sono Liocorni, sono veri. Fra i due si vuole contrapporre un terzo personaggio dalla specchiata fama: Antonio Razzi parte per la Corea del nord a mediare. Allora, facendo due rapidi conti è bene che si porti un interprete personale che bene lo conosce. Non per dire, ma se l’interprete è coreano ed ha studiato un buon italiano, a fraintendere gli sproloqui di Razzi ci vuole un attimo, il rischio di distruzione globale sarebbe molto più vicino.
Come dice bene Gramellini, fra trent’anni chi vivrà vedrà questo terzetto come il male peggiore dell’umanità.
Ma torniamo terra terra parlando di tramonti e di albe, stamattina, poco dopo l’alba, sono uscito ed ho portato il cane alla canonica passeggiata, armato dell’occorrente per raccogliere misfatti. Accanto ad un cestino per i rifiuti ai giardinetti si ferma un’auto, scende il tizio e getta nel cestino una borsa di bottiglie. Gli ho spiegato che ci sono i contenitori appositi per il vetro, mi ha guardato con un sorrisino demente come se io fossi un marziano ed è risalito in auto. Il mio cane gli faceva le feste, pensava fosse un liocorno invece era solo un incivile.
E risparmiamo considerazioni all’alba e al tramonto sulla politica italiana, non si capisce bene quanti centri, quante sinistre e quante destre ci saranno alle prossime elezioni. Salvini fa il Salvini, Di Maio fa il Salvini del sud, Renzi va in treno, Vendola non c’è più, però c’è Fratoianni che dice cose anche sensate, però conta pochino, poi ci sono miriadi di meteore: “abbassati che passa Civati, attento alla testa, Bersani in arrivo. Ussignur, Giovanardi che straparla (quando mai ha parlato dignitosamente?). E poi spuntano un paio di baffi con D’Alema dietro che pontfica lui pure”. Chi rimane inossidabilmente plastificato è Silvio il breve, il pluricondannato al quale tutti, maggioranza e opposizione, chiedono lumi sulla politica e sulla concezione di democrazia. Esattamente come chiedere a Totò Riina come fare la riforma della giustizia.
Forse per questo non mi appassiona il voto che non sia amministrativo, almeno in città e in regione so chi votare e perché (spesso, non sempre).
Poi dicono che i liocorni non esistono. Ma lasciamo perdere, questi sono liocorni della democrazia ed esistono, eccome se esistono. Sono esseri che neppure pa più fervida fantasia avrebbe saputo creare, neppure i fratelli Grimm o Gianni Rodari. Macchè, sono quelli che ti fanno dire: Non sempre il vero è verosimile.


P.S. – alle elezioni siciliane, ad oggi, sono probabili tre candidati delle sinistre disunite, uno per i grillini e uno per le destre. Toh. 

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