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domenica 1 gennaio 2017

Il 2017 è inziato

Iniziato l’anno nuovo. A Istanbul un terrorista fa strage in un night, dicono che i morto sono almeno 39. Mattarella fa il suo discorso di fine anno parlando di Regeni, Solesin e DI Lorenzo, tre giovani vittime italiane di vari terrorismi di stato e non. Poi dice che non si può votare senza legge elettorale e che serve il lavoro soprattutto per i giovani. E dice altro, come sempre un rosario di cose risapute. Aspettiamo una risposta della politica che difficilmente arriverà. Grillo e Salvini fanno il loro contro discorso di fine anno che non conosco, però possiamo immaginare il tono.
La mezzanotte l’ho passata tentando di consolare il mio cane che tremava come una foglia per i botti, nulla di particolare insomma, è un anno che inizia specularmente identico agli altri. A Brindisi venti arrestati (su 58) per associazione mafiosa  vengono rimessi in libertà perché il GIP ha scordato una motivazione per l’arresto. Bah, ordinaria giustizia. Un amico commerciante mi dice che da oggi bisogna ricominciare a pensare a pagamenti, aumenti e via dicendo.
Però i ragazzi sono belli, pensavo camminando con il cane di prima mattina del primo gennaio 2017. Hanno gli occhi spalancati sul mondo, hanno una speranza, mille speranze. Spero le mantengano a lungo, e spero che la rabbia per le cose che non funzionano sia sempre presente, il mondo che gli stiamo lasciando è il peggiore possibile.
E arrivano leggeri e pesanti i rimpianti per il tempo perduto, per le occasioni mancate, per non aver saputo essere presenti quando serviva. Arrivano leggeri e pesanti le mancanze e i ricordi di altri momenti. Tutto questo in un inizio anno che sembra identico a tanto altri, con le sconfitte e i ricordi di altri momenti, con la voglia di spaccare il mondo e la consapevolezza dell’incapacità di farlo, semplicemente con la speranza che le scuse vengano accettate.
Ma questi sono discorsi altri, diversi, personali forse, troppo. Da fare alle persone giuste nei giusti momenti. Trovare la forza di dirle le cose, urlarle. Trovarsi a guardare il mondo assieme, dal mare alle colline del Monferrato, in un abbraccio pieno di silenzi che urlano. Chissà se è sufficiente dire “vi voglio bene”. Chissà. 

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