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mercoledì 16 novembre 2016

Solidarietà con Marilù Mastrogiovanni (seconda parte)

E' stata sottoscritto da oltre 100 firme questo appello in difesa della collega Marilù Mastrogiovanni che deve guardarsi, oltre che dalla mafia, anche da amministratori comunali che, anzichè occuparsi dei problemi della loro città, pensano a fare, come dice il comunicato stesso, una "caccia alle streghe".
Solidarietà con Marilù e con tutti i giornalisti di inchiesta che rischiano di persona e che spesso, troppo spesso, sono invisi da quel potere subdolo e perfido che spesso si è lasciato infiltrare in cambio di qualche voto o di chissà quali utilità. 

La mafia è una cosa troppo seria per fare la caccia alle streghe contro i giornalisti. Nei prossimi minuti, durante il consiglio comunale a Casarano, sarà distribuito questo manifesto redatto a sostegno della collega Marilù Mastrogiovanni. Nella foto le nostre firme
"L’affissione dei manifesti da parte dell’amministrazione comunale di Casarano, i toni in essi adottati contro la collega Marilù Mastrogiovanni – direttrice de Il Tacco d’Italia e autrice di una inchiesta a seguito dell’omicidio di Augustino Potenza - e l’intenzione successivamente palesata di sporgere querela nei suoi confronti, rappresentano per noi una pagina molto grave nel rapporto tra istituzioni e informazione nel nostro territorio. 

Sappiamo bene che il mestiere del giornalista richiede, oltre alla passione per la verità, la capacità di distinguere nettamente la realtà dei fatti dalle suggestioni e dalle deduzioni non verificate. Ma in una normale dialettica esistono diversi strumenti a disposizione di chi si sente leso: sono la replica, la rettifica, in ultima analisi la querela, come previsto dall’ordinamento. Nessuno di noi pensa, e questo sia chiaro, che l’attività giornalistica debba svolgersi sotto il mantello dell’impunità.
Proprio per questo riteniamo inaccettabile che un’amministrazione comunale si impegni in una campagna di comunicazione finalizzata non solo a smentire i contenuti dell’articolo, ma anche ad additare ai cittadini una giornalista come colei “che non esita a gettare sinistre ombre sull’amministrazione e su un intero tessuto sociale marchiandolo come mafioso e connivente”. 
E' sconcertante che una istituzione democratica ceda alla tentazione della caccia alle streghe quando sarebbe auspicabile, e doveroso, un fronte comune e compatto per la legalità e l’affermazione dei principi che sono alla base della civile e pacifica convivenza. Nel nostro territorio, il consenso di cui godono i sodalizi criminali esiste ed è più diffuso di quanto comunemente si pensi: sono numerose le occasioni nelle quali la magistratura ha sottolineato il tacito e rinnovato sostegno – in tempi di crisi economica e di difficoltà nel garantire un welfare adeguato - di cui godono i mafiosi e coloro che li fiancheggiano.
Come giornalisti invitiamo l’amministrazione comunale a chiudere in maniera inequivocabile questa vicenda ritirando la campagna di comunicazione e desistendo dalla minaccia di querela, certi comunque che le istituzioni giudiziarie sapranno tutelare la libertà di stampa. Da parte nostra ci impegniamo a tenere molto alta la soglia di attenzione per tutto ciò che accade a Casarano, a Lecce e in ogni angolo di questa provincia".

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