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martedì 26 marzo 2013

Castro marina e quelli che vanno in piscina



ph: http://www.flickr.com/photos/hydruntum/2225699993/ la piscina sul mare
Guardando mare mosso un pomeriggio a Castro. Mentre il vento (scirocco…scirocco…scirocco) picchia sulla costa proprio di fronte. E meno male che c’è punta Mucurune che ripara per quel che può e sa fare. Dietro la punta c’è Zinzulusa, la grotta che si va a vedere, bisogna andarci prima o poi, anche se sopra hanno costruito una improbabile piscina. Poco oltre c’è Santa Cesarea con il bar con scritte in ebraico e un’amministrazione che si fa sequestrare un pezzo di costa perché la maltratta, dicono i giudici che la vogliono scippare alle persone tutte per farne scalo di pochi (ricchi ricchi ricchi). 
A Porto Miggiano ci andavo gli anni passati, era bello farci il bagno, entravi in una cava ed avevi ombra e sole, sole ed ombra. Non c’era mai troppa gente, era bello, allora. Ho visto giocare bimbi ed ho parlato con altri non amanti della sabbia che penetra anche nel cervello. Neppure amano le sdraio e quelli che ti fanno fare ginnastica in acqua, tutti a tempo, chi sgarra è fuori. Sugli scogli trovavo salentini che amano il Salento. Poi i cementificatori vinsero la causa e costruirono una cosa, un crimine contro il buon senso (la legge consente…. L’amministrazione comunale consente e plaude…) , hanno fatto tre piscine che guardano il mare, fra i più belli di Puglia. Tutti affacciati a vedere approdare i ricchi con le loro barcone. Che bello che bello che bello… Mica come i pezzenti che si tuffano nelle acque blu, noi stiamo nelle piscine e guarda come ci divertiamo…. Balliamo la lambada tutti assieme, tutti a tempo (chi sgarra è fuori), noi facciamo notte in discoteca.  A fianco delle piscine tristi c’è un ristorante, ci entrai una volta a guardare. Stupito, attonito, incredulo, rassegnato. Pareva la casa di un arricchito che compra tutte le cose più appariscenti per far vedere che è ricco. Il kitch mi pare si chiami. Chi non ha pochi anni dovrebbe ricordare le FIAT 600 con il coprivolante di pelo finto leopardo… Ecco, la filosofia è la stessa. Parlavo con un signore che si apprestava a pescare in quel che rimane di Porto Miggiano,  accanto a quella colata di cemento per arricchiti. Mi diceva che lui si, da moltissimi anni viene lì con la sua canna, mi diceva che è vero, prima era bello, “ora scavano ovunque e l’amministrazione comunale plaude”. Plaude e dà concessioni. Sono stato sopra Santa Cesarea, a vedere le nuove terme. Uno scempio di spreco di denaro pubblico, un altro insulto al buon senso. Ho visto una piscina coperta immensa abbandonata, ho visto vetri rotti e infissi (mai utilizzati) deturpati da vandali e dall’incuria e dall’abbandono. Ho visto il disastro dell’amministrazione pubblica.


A Castro Marina il mare si incazza. Non ha mica torto.
Pensavo, mentre un’onda più alta faceva schiuma sugli scogli, a cosa si intende per turismo. La mattina ero andato con il FAI a vedere il convento dei francescani a Lequile. Bello, peccato per quella meravigliosa tela in chiesa deturpata da qualche sciagurato sedicente restauratore. Ed ho visto la biblioteca. Cinquecentine, seicentine,  tutte sugli scaffali, tutte belle da vedere, tutte erose da tarli con polverina che scendeva. “Non toccate, sono preziosi” diceva la guida. “Non tocchiamo, si sfaldano solo a guardarli” sibilavo ad un amico che era con me. Questa vera ricchezza lasciata allo sfascio del tempo perché “mancanoisoldiperrestaurare” e dietro punta Mucurune (tristanzuola per le violenze che vede) non mancano i soldi per deturpare la costa.   Ecco, il turismo giusto e bello e sano qual è? Chi arriva fin qui cerca una piscina o vuole respirare Salento?  Ci vogliono far credere che turismi siano notti tarantate? Mah, saranno anche quelle, con le sagre e tutte le pittule del mondo, a noi però Porto Miggiano con il suo faro che era solo soletto a guardare l’Albania nessuno lo ridarà più, a tutti noi. Rimarrà quello scempio di ristorante finto ricco per ricchi, resteranno improbabili piscine per esporre culi e tette, e rimarrà l’amarcord del pescatore e di qualche turista che è venuto qui 10 anni fa, prima che la demenza da cemento prendesse tutti. Certo, tutto è PIL, anche la droga produce PIL, anche il gioco d’azzardo. I tarli potrebbero produrne se qualcuno volesse mettere in sicurezza quel che rimane di quei libri prima che evaporino. E se facessimo creare un po’ di PIL ai restauratori?  Chissà che direbbe il mare di Castro se potesse parlare, probabilmente se la prenderebbe con amministratori incapaci di pensare a qualcosa di diverso dal fare cassa con le strisce blu che fra un po’ mettono anche nei cortili privati.
Mentre in qualche parte di questo Salento così bello quanto maltrattato, c’è chi pensa a fare poesia, a scrivere libri che non leggeranno certo quelli delle piscine di Porto Miggiano, loro leggono “Chi” per sapere del gossip, per capire se quest’anno è meglio il perizoma verde smeraldo e andare senza mutande perchè fa tanto trandy.
E facciamo poesia allora! A Racale l’altra domenica hanno letto per le strade, autori e attori leggevano brani di opere d’altri autori. E c’era gente nonostante il freddo pungente, c’era voglia di ascoltare poesia. A Lecce, nel corso, c’è il signore che suona il suo pianoforte piccino picciò che fa da sottofondo ai tuoi passi, li candenza. Poi c’è il ragazzo con il cane che ti chiede pochi centesimi. Lui nelle piscine non ci va, preferisce il mare. Mi piace trovare lui a fianco, facendo un bagno fra onde e schiuma. Tornando da Castro notavo come funzioni in questi luoghi la raccolta differenziata (altro che a Lecce che per trovare un cassonetto per la plastica devi viaggiare un bel po’), qui raccolgono porta a porta. Ebbene si, nonostante questo ogni piazzola di sosta è colma di rifiuti abbandonati. Chi abbandona sacchetti non va al mare, va nelle piscine da dove vede il mare là sotto e dice “che bello il panorama da qui, noi ricchi siamo fatti così, guardiamo là sotto quelli che annaspano. E non hanno neppure un tatuaggio sulle chiappe, che pena”.
  

2 commenti:

  1. Bene, piano piano, quando la neve si scioglie, i detriti rimangono a vista. Ora spiega/ spiegate a me ed a tutti quelli che leggono perchè le piscine di Santa Cesarea Terme ti/vi fanno tanto schifo e quelle di Castro, a solo 1 m dal mare ed a ridosso del più importante sito Speleo/archeologico Salentino ti/vi fanno quasi tenerezza. Perchè quello di Santa Cesarea Terme lo chiami/chiamate cemento e quello di Castro alle spalle del molo,passarella per bagnanti di m 220 x 10 x 4, con annessi migliaia di frangiflutti a vista sono "semplici scogli" ? Ma la vostra è una denuncia sincera o piuttosto un maldestro tentativo di sputtanare una località in favore di altre?

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  2. Il lettore (anonimo per carità, firmarsi è peccato e poi si rischia di essere riconosciuti) che pubblico per mostrare quanto a volte si voglia leggere solo alcune parole di uno scritto e tralasciare la altre, dice che le piscine di Castro mi fanno tenerezza. Vabbè, per chi vuole basta leggere. Non ho (ancora) parlato del molo di Castro solo perchè lo farò quando, se e come lo riterrò opportuno. Per quant origuarda Porto Miggiano ribadisco che si tratta della più oscena speculazione edilizia su quel pezzo di costa. Ovviamente è un punto di vista supportato da alcune migliaia di persone. Certo, ci saranno alcune migliaia di altre persone che pensano diversamente e il TAR ha dato loro ragione. Rimane irrisolto il problema del paesaggio, del turismo sostenibile e delal cementificazione delle coste, da Porto Selvaggio in poi. Questo è quanto, per chi vuole commentare è gradita la firma, grazie.

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