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mercoledì 21 dicembre 2011

Savinien Cyrano de Bergerac

Pezzo scritto la scorsa primavera.




“ Mi sta guardando... Mi pare proprio che mi guardi, che si permetta di fissarmi il naso - lei che sul teschio camuso non ha naso... (si mette in guardia) Che dite? Che è inutile resisterle?...Lo so. Ma non si combatte solo per vincere. No, è assai più bello quando è inutile!...Vi vedo. Quanti siete? Mille? - Vi riconosco, ci siete tutti... tutti i miei vecchi nemici! La Menzogna? (Tira colpi di spada nel vuoto) Tieni! Prendi! Ah ah! Il Compromesso, il Pregiudizio, la Viltà... (Duella) Volete che venga a patti? Mai!... Ah, eccoti anche te, la Stupidità!... Lo so che alla fine l'avrete vinta voi, ma non m'importa: io mi batto! mi batto! mi batto! Sì, m'avete preso tutto: l'alloro e la rosa. Prendete! Prendete!... Ma c'è qualcosa che porto con me, nonostante voi, qualcosa con cui stasera saluterò l'azzurra soglia del cielo nel presentarmi a Dio, qualcosa che non ha piega né macchia...(si lancia con la spada levata verso il vuoto) qualcosa che...(La spada gli scivola dalle mani, barcolla, cade nelle braccia di Le Bret e Ragueneau)
ROSSANA  : Che cosa?
CIRANO  : Qualcosa... qualcosa che...Il pennacchio mio.”
Questo è il finale del Cyrano. Ed è il suo ultimo fiero combattimento. Ogni personaggio che ha dignità combatte i suoi mulini a vento. Grandi, immensi, tuttavia non invincibili. Uno stupendo spirito libero Cirano Saviniano Ercole di Bergerac. Proteso da sempre verso l’utopia. Sprezzante del denaro e della gloria. Spadaccino incontenibile e vincente sempre. Solo un vile attacco alle spalle riuscirà a fermarlo.. L’idea di libertà non si vince guardandola fissa negli occhi. La si deve colpire vigliaccamente . E il pennacchio sul cappello  è  la sua libertà. Ed è la ricchezza che nessuno potrà mai strappargli,  e che si porterà orgogliosamente appresso.
Il dialogo con l’amico Le Bret, che gli rimproverava di aver gettato alla compagnia teatrale il denaro che gli serviva a sopravvivere per il mese, dopo aver rovinato lo spettacolo con il duello finito con il celebre:” “ecco, e' finita la ballata, io tocco.”, è da un lato disarmante, dall’altro di una grandezza immensa. “
“LE BRET: E per il resto del mese?
CIRANO: Non ho più niente.
LE BRET: Che Pazzia!
CIRANO: Ma che gesto!”
E ancora, quando viene sollecitato a mettere la sua capacità di scrivere versi al soldo di qualche protettore ricco e potente risponde:
“  E che dovrei fare? Cercarmi un protettore? Trovarmi un padrone? Arrampicarmi oscuramente, con astuzia, come l'edera che lecca la scorza del tronco cui si avvinghia, invece di salire con la forza? No, grazie.
Dedicare versi ai ricchi come qualsiasi opportunista? Fare il buffone nella speranza vile di vedere spuntare sulle labbra di un ministro un sorriso che non sia minaccioso? No, grazie.
Mandar giù rospi tutti i giorni? Logorarmi lo stomaco? Sbucciarmi le ginocchia per il troppo genuflettermi? Specializzarmi nel piegare la schiena? No, grazie.
Accarezzare la capra con una mano e annaffiare il cavolo con l'altra? Avere sempre a portata di mano il turibolo dell'incenso in attesa di potenti da compiacere? No, grazie.
Progredire di girone in girone, diventare un piccolo grande uomo da salotto, navigare avendo per remi madrigali e per vele sospiri di vecchie signore? No, grazie.
Farmi pubblicare dei versi a pagamento dall'editore Sercy? No, grazie.
Farmi eleggere papa da un concilio di dementi in una bettola? No, grazie.
Affaticarmi per farmi un nome con un sonetto invece di scriverne degli altri? No, grazie.
Trovare intelligente un imbecille? Essere angosciato dai giornali e vivere nella speranza di vedere il mio nome apparire sulle riviste letterarie? No, grazie.
Vivere di calcolo, ansia, paura? Anteporre i doveri mondani alla poesia, scrivere suppliche, farmi presentare? No, grazie. Grazie, grazie, grazie, no!
Ma invece... cantare, ridere, sognare, essere indipendente, libero, guardare in faccia la gente e parlare come mi pare, mettermi - se ne ho voglia - il cappello di traverso, battermi per un sì per un no o fare un verso!
Lavorare senza curarsi della gloria e della fortuna alla cronaca di un viaggio cui si pensa da tempo, magari nella luna!
Non scrivere mai nulla che non sia nato davvero dentro di te!
Appagarsi soltanto dei frutti, dei fiori e delle foglie che si sono colte nel proprio giardino con le proprie stesse mani!
Poi, se per caso ti arriva anche il successo, non dovere nulla a Cesare, prendere tutto il merito per te solo e, disprezzando l'edera, salire - anche senza essere né una quercia né un tiglio- salire, magari poco, ma salire da solo!”
Penso che il significato di Cyrano stia proprio in queste poche battute. E so che ci sono e ci sono state persone per le quali il denaro era poca cosa, così come era nulla tutto ciò che si potevano permettere vendendo il loro mestiere o la loro arte. Nulla in confronto alla grandezza del gesto che avrebbero compiuto.
 Perché Cyrano? E perché in questi giorni? Forse per il tanto  parlare di principi non negoziabili. O forse solo perché la confusione è molta sotto il cielo primaverile. Ed ho bisogno di aria fresca. E perché  sento la necessità di fermarmi un attimo, e di combattere la voglia di lasciar andare le cose come sembrano andare. Per una strada che mi è sconosciuta e che, tutto sommato, disconosco.. Cyrano è l’antipolitica  , se la politica è   l’arte del compromesso. Ma può esserne il condensato stesso se è ricerca dell’equilibrio senza mai prescindere dai principi in cui si crede.
Lo stesso inconfessato amore per Rossana perché, come dice all’amico:  “ ... Vediamo, rifletti un po'. Questo naso che mi precede di un quarto d'ora dovunque io vada mi vieta perfino il sogno d'essere amato da una brutta. Allora, di chi vuoi che mi sia innamorato? Ma è chiaro! Mi sono innamorato - che vuoi farci- della più bella di tutte!” lo costringe ad arrivare al cuore della sua amata con le sembianze di un altro. E l’amore, si sa, quando si mette di traverso, sa essere una forza sconvolgente.      Solo alla fine svelerà il suo doppio ” No no, mio caro amore... io non ti ho amata mai.” E solo allora la fragile incosciente Rossana capirà che dietro le sembianze del bel Cristiano, bello e vuoto, si cela il sentimento alto di Cyrano. Che non se ne andrà senza aver finalmente osato dire il suo amore.
Già, perché Cyrano? E perché in questi giorni? Forse perché mi vorrei ritrovare, e vorrei ridare un senso alle cose che penso, e vorrei avere più certezze. E forse vorrei sentire la forza incosciente di dire che io so. So che dopo aver letto e  studiato e visto, le cose hanno il senso che io riconosco in loro. So che un’eclissi di sole è passeggera, so che una mareggiata poi passa e torna bonaccia. E so che i pescatori potranno tornare in porto, magari impauriti e spaventati, ma vivi. E conosco le verità sulla vita e sull’amore. Conosco lo sguardo complice di chi incontro per strada. Però non riesco a dirlo in questi momenti.  Cyrano mi accompagna da molti anni, forse è infantile, chissà. Ma la vita è un tutto tondo fatto di considerazioni e studio, ed è anche fatta di emozioni forti. Nel momento in cui un amore diventa routine, o in cui si crede che lo stato delle cose sia immutabile, allora è la sconfitta delle emozioni. E non solo di quelle, è la resa della speranza.


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